Siamo giunti alla porta d’imbarco della settima edizione della newsletter FaMIL che ci permetterà di leggere il mondo come va e le sue conseguenze sul legame sociale; più specificamente su e nelle famiglie. La costituzione del soggetto non va, infatti, senza il discorso dell’Altro che incontra per primo nella famiglia.
In I complessi familiari, Jacques Lacan definisce la famiglia come l’istituzione che “prevale nella prima educazione, nella repressione degli istinti e nell’acquisizione della lingua ”[1]. Più tardi, “il Dottor Lacan sostituisce alla repressione degli istinti la funzione regolatrice del godimento ”[2]: regolare senza cadere nell’ordine di ferro o nella rieducazione per tutto e tutti. La civiltà, come definita da Jacques-Alain Miller [3], è un sistema di distribuzione del godimento a partire dai sembianti. Quando è venuta a Bruxelles, Dominique Carpentier [4] ci ha ricordato che nel 2025 appare in modo significativo una riorganizzazione di questa distribuzione. Le ineguaglianze diventano stridenti e i nuovi re del mondo nonsanno che farsene della nostra civiltà. In mancanza dell’autorità del Nome-del-Padre, assistiamo ad un ritorno dell’ordine di ferro che precipita questa trasformazione senza gli usi dei sembianti.
Questo è ciò che vedremo dispiegarsi nelle diverse tappe proposte in questa newsletter. In primo luogo, tre testi, provenienti dalla Spagna, dalla Francia e dalla Polonia, trattano della violenza da diversi punti di vista: quello del “familiarismo delirante”, quello dei “familicidio” in Giappone o ancora quello dell’oppressione del Nome-del-Padre e dell’imperativo del capitalismo.
Il testo di Vilma Coccoz sottolinea l’importanza di considerare la famiglia come trattamento del reale. Farsi carico delle crisi familiari, dei malfunzionamenti, persino degli abusi e della violenza, può permettere soluzioni se si opera a partire dal nuovo legame sociale che offre il discorso analitico.
Il testo di Martine Revel, invece, ci parla delle politiche economiche in Giappone che hanno portato a una disparità socioeconomica sempre più grande e a un sentimento di profonda disperazione. È in questo contesto che si verificano passaggi all’atto omicida, al fine di risparmiare sofferenza e vergogna ad altri membri della famiglia.
Il terzo testo, quello di Olga Sakson-Obada, precisa che, nella società capitalistica, i significanti associati agli oggetti di consumo sono allo stesso tempo seducenti ma soprattutto opprimenti e diventano imperativi.
Poi, lo scalo uditivo è proposto con “I podcast di PIPOL12”. Quello di questa settimana riporta un estratto di una conferenza tenuta da Éric Laurent intitolata “Il bambino, il resto”.
Infine, la tappa bibliografica con una citazione di Lacan, tratta dal suo seminario Gli scritti tecnici di Freud chiuderà questo viaggio.
Da ultimo vi viene proposto un breve viaggio accessibile cliccando sul link del sito internet “Pari de la Conversation” di cui l’ultima edizione “La famiglia interessata “ [5] si unisce e illumina il tema di PIPOL12.
Buona scoperta attraverso questo crogiuolo di culture e lingue di PIPOL 12!
[1] Lacan J., «I complessi familiari nella formazione dell’individuo», in Altri scritti, Einaudi, Torino, 2013, p. 24.
[2] Solano-Suarez E., «Famille et fonction», in Les feuillets du Courtil, n° 5, settembre 1992, p. 12.
[3] Cfr., Miller J.-A., «l’Altro che non esiste e i suoi comitati d’etica», La Causa freudiana, n. 35, febbraio, 1997, p. 8.
[4] Carpentier D., «Ciò che fa o no, famiglia» intervento all’ACF-Belgio nell’ambito del seminario Clinica e Politica delle Istituzioni sul tema «famiglie e istituzioni» – 6 febbraio 2025, inedito.
[5] https://pariconversation.wixsite.com/paridelaconversation/blog/categories/editor/
Traduzione di Francesca Carmignani
Revisione di Emanuela Sabatini