Ci fu un tempo in cui il Nome-del-Padre era un punto di riferimento (re-père) generalizzato che permetteva ai soggetti di servirsene come di un tutore intorno al quale costruirsi, o contro il quale ribellarsi. Oggi, ne fanno a meno ma senza servirsene.
Assistiamo oggi all’evaporazione del padre [1]. Portato ai suoi estremi, questo nuovo paradigma talvolta lascia i bambini soli, al centro di famiglie in difficoltà e senza riferimenti da offrire. I bricolage appaiono come soluzioni su misura possibili, laddove il prêt-à-porter fallisce.
In questa newsletter troverete le diverse sfaccettature di questo poliedro. Ne “La parte ‘silenziosa’ dell’affidamento familiare”, Nathalie Morinière mostra come il fatto di dare la parola al sintomo permetta di bucare il reale per circoscriverlo. Jacqueline Dhéret ci parla del bambino nella posizione di oggetto a sul quale si fondano le famiglie. Lo stesso posto di oggetto a è sottolineata da Marcela Negro che nel suo testo “Parentalità” mette l’accento sull’abuso legato al “tutto è possibile”. Antonella Del Monaco ci parla della scomparsa dell’Altro in quanto luogo del linguaggio, nella misura in cui diventa un Altro senza limiti. Infine, Hélène Coppens ci farà ritrovare un po’ di speranza presentandoci il pas-tout come chiave che apre a bricolage inediti e, come esempio, un fumetto che illustra le invenzioni di adolescenti alle prese con genitori molto soli.
Nel podcast di questa settimana, potremo ascoltare l’ultimo episodio dell’intervento di François Ansermet “Disagio nella procreazione”.
Cliccate, veloci, per scoprire queste perle !
[1] Cf. J.-A. Miller, Le père devenu vapeur , in Mental, 48, novembre 2023, p. 13-16.
Traduzione : Elena Madera
Revisione : Emanuela Sabatini