Nell’intervista concessa a Le Point l’8 maggio 2008, Jacques-Alain Miller commenta una vicenda che ha sconvolto l’Austria e l’Europa intera : il caso Fritzl [1]. Il 26 aprile di quello stesso anno, viene rivelato un crimine domestico di un orrore inedito : per ventiquattro anni Josef Fritzl ha rinchiuso la figlia nella cantina della sua casa di Amstetten, l’ha violentata e con lei ha avuto sette figli – tre dei quali vivranno reclusi, senza alcun contatto con il mondo esterno.
Nella sua analisi, Jacques-Alain Miller distingue due strutture familiari : quella della superficie, ordinata da un’apparenza convenzionale, e quella del sottosuolo, governata dalla legge privata del carnefice. A questo titolo, sotto lo stesso tetto coesistono due figure paterne : un Padre della legge, che regna sopra, padrone del racconto ufficiale e un Padre che gode, al di fuori della legge, che instaura in cantina un regime di godimento senza limiti. Queste due figure mettono in evidenza una duplicazione : uno stesso uomo che occupa due posti incompatibili e genera una forma inedita di bigamia incestuosa. Il padre è allo stesso tempo legalmente un marito e un partner sessuale della propria figlia, instaurando una perversione della scena familiare stessa.
Nella sua accezione simbolica il significante famiglia si trova qui radicalmente modificato. Se ci riferiamo all’etimologia latina, familia [2] deriva da famulus, che rimanda allo schiavo, al domestico. Innanzitutto, la familia è l’insieme degli esseri sottomessi all’autorità del pater, coloro che vivono sotto il suo tetto e sono sotto il suo potere assoluto. La vicenda Fritzl riattiva questa radice arcaica del legame familiare : sotto la copertura di un legame di filiazione inscritto nel discorso strutturato dalla legge al di sopra, esso dà corpo al reale del confinamento sotto l’egida di un padrone che gode al di sotto.
Il caso Fritzl fa oscillare la famiglia dal lato del reale puro, laddove il Nome-del-Padre è inefficace e laddove il godimento prende il posto del significante-padrone. Rende manifesto ciò che la sparizione dei punti di riferimento simbolici produce nelle strutture familiari contemporanee : un ritorno del primitivo, il ripristino di un ordine feudale del godimento privato.
Inoltre, il caso Fritzl mette in luce un nuovo paradigma del crimine intrafamiliare : non più un atto di rottura con la Legge (come in Edipo o in Amleto), ma un atto di installazione in un reale chiuso, saturato dal godimento, in cui la legge del padre è sostituita dalla sua volontà assoluta. Una famiglia senza Altro, consegnata all’Uno.
[1] J.-A. Miller, « Un psy analyse l’affaire Fritzl », Le Point, 8 mai 2008, disponibile al seguente indirizzo : https://www.lepoint.fr/societe/un-psy-analyse-l-affaire-fritzl-08-05-2008-243815_23.php#11.
[2] Dictionnaire de l’Académie française, disponibile su internet.
Traduzione di Marianna Matteoni
Rilettura di Annalisa Rotesi